Koi no Mannaka
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I due protagonisti, Chitose (il moro) e Tsukasa (il biondo) |
TRAMA: Tsukasa
Ichinose, studente modello, è innamorato del compagno di scuola Chitose
Matsubara. I due sono diversi come il giorno e la notte: tanto il primo è un ragazzo
studioso e timido quando il secondo è scapestrato e prevaricatore. Chitose si
accorge dell’infatuazione di Tsubasa per lui e decide di “starci” per pura
curiosità – e anche per spezzare la noia della propria vita squallida; come
spesso accade, però, quello che doveva essere solo un diversivo finisce per
diventare qualcosa di molto più importante per entrambi.
IL MIO VOTO = ★★★★
(attenzione agli spoiler sparsi)
Miecohouse Matsumoto è un’altra di quelle mangaka di cui si sa poco o niente: non si hanno sue foto ufficiali e non si conosce nemmeno la sua data di nascita, si sa solo che il suo è uno pseudonimo per quando disegna manga yaoi – infatti si dedica anche al genere shojo e per questi manga si firma come Hato Okachimachi (presumibilmente il suo vero nome). Io l’ho scoperta per caso e, anche se non mi sento di classificare il suo stile di disegno tra i migliori (i personaggi delle sue storie sono sempre molto magri, molto simili tra loro e caratterizzati dall' “arrossamento facile”) ed è un pò troppo affezionata all’angst per i miei gusti, diciamo che come lettura yaoi Koi no Mannaka non è stata affatto male.
Attenzione,
però: dovete anche sapere che questo manga è parecchio esplicito in materia
di abusi fisici e psicologici, perciò trattatelo con cautela. Superato questo “scoglio”,
però, vi ritroverete a leggere una storia molto bella, di riscatto e di amore.
Chitose è
il tipico bulletto di periferia, se vogliamo definirlo così: non studia, se ne
frega delle opinioni del prossimo (specie degli adulti) e non si fa scrupoli ad
andarci giù pesante con quelli più deboli di lui – come Tsukasa: timido, riservato
e secchione, è praticamente il bersaglio perfetto per Chitose. Quando poi
scopre che ha una cotta per lui, è come se facesse tredici e decide di
assecondarlo soprattutto per farsi due risate a sue spese. In realtà, anche se
dall’esterno i due non potrebbero essere più diversi, hanno molte più cose in comune di quanto pensano: entrambi sono stati abbandonati da un genitore (Chitose dalla madre, Tsukasa dal padre) e quello restante è una figura molto instabile. Questo è evidente soprattutto nella madre di Tsukasa, una donna fragilissima per la quale il figlio rappresenta tutto il mondo, e che alla sola idea di essere abbandonata da lui non esita a compiere gesti disperati; Chitose invece è rimasto con il padre, che però non si cura minimamente di lui e va e viene quando gli pare: il ragazzo dunque è praticamente solo al mondo.
Con simili premesse, capirete anche voi come Chitose ci metta davvero molto poco ad... abituarsi, più che affezionarsi, a Tsukasa. Quanto a quest’ultimo, si fa trascinare dagli eventi un pò perché è innamorato ma soprattutto perchè non ha proprio la forza di opporsi a Chitose. La loro relazione all’inizio è intensamente fisica: lo stile asciutto dell’autrice è abbastanza esplicito ed è perfetto nell'illustrare la disperazione di Chitose, la sua solitudine, la sua convinzione di essere un emarginato. Il corpo di Tsukasa è l'unico rifugio per lui dal casino che è la sua vita, così come del resto anche Tsukasa si rifugia in lui dai fantasmi della propria, da un padre assente e da una madre sempre più squilibrata che vorrebbe tenerlo legato a lei per sempre; i due ragazzi arrivano anche a scappare insieme (su idea di
Chitose, ovviamente) ed è proprio durante questa fuga che i sentimenti di Chitose si approfondiranno e si delineeranno fino a sfociare nell’ammissione che sì, anche lui è innamorato di Tsukasa. Seguirà un momento di alta tensione (sempre dovuto alla madre di Tsukasa) ma non temete: i due ragazzi sapranno uscirne vincitori e più uniti che mai.
dall’esterno i due non potrebbero essere più diversi, hanno molte più cose in comune di quanto pensano: entrambi sono stati abbandonati da un genitore (Chitose dalla madre, Tsukasa dal padre) e quello restante è una figura molto instabile. Questo è evidente soprattutto nella madre di Tsukasa, una donna fragilissima per la quale il figlio rappresenta tutto il mondo, e che alla sola idea di essere abbandonata da lui non esita a compiere gesti disperati; Chitose invece è rimasto con il padre, che però non si cura minimamente di lui e va e viene quando gli pare: il ragazzo dunque è praticamente solo al mondo.
Con simili premesse, capirete anche voi come Chitose ci metta davvero molto poco ad... abituarsi, più che affezionarsi, a Tsukasa. Quanto a quest’ultimo, si fa trascinare dagli eventi un pò perché è innamorato ma soprattutto perchè non ha proprio la forza di opporsi a Chitose. La loro relazione all’inizio è intensamente fisica: lo stile asciutto dell’autrice è abbastanza esplicito ed è perfetto nell'illustrare la disperazione di Chitose, la sua solitudine, la sua convinzione di essere un emarginato. Il corpo di Tsukasa è l'unico rifugio per lui dal casino che è la sua vita, così come del resto anche Tsukasa si rifugia in lui dai fantasmi della propria, da un padre assente e da una madre sempre più squilibrata che vorrebbe tenerlo legato a lei per sempre; i due ragazzi arrivano anche a scappare insieme (su idea di
Chitose, ovviamente) ed è proprio durante questa fuga che i sentimenti di Chitose si approfondiranno e si delineeranno fino a sfociare nell’ammissione che sì, anche lui è innamorato di Tsukasa. Seguirà un momento di alta tensione (sempre dovuto alla madre di Tsukasa) ma non temete: i due ragazzi sapranno uscirne vincitori e più uniti che mai.
Koi no
Mannaka è un’opera dalla bellezza cupa e profonda, e per quanto mi riguarda è
la migliore di Miecohouse Matsumoto; sicuramente non è un manga per tutti, ma se siete
fan dell’angst bello tosto, allora non mancherà di piacervi.
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