Otōto no Otto


da sinistra,
Mike, Kana e Yaichi
Otōto no Otto (Il marito di mio fratello minore) è un manga di genere Bara scritto e illustrato da Gengoroh Tagame a partire dal 2014. Si compone di 4 tankobon e in Italia è inedito, ma viene pubblicato per il mercato anglofono dalla Pantheon Books con il titolo My brother’s husband.
 
TRAMA: Yaichi è divorziato e vive solo con la figlioletta Kana. Anni prima, suo fratello gemello Ryoji si trasferì in Canada e sposò un uomo di nome Mike, e Yaichi perse i contatti con lui. Adesso Ryoji è morto e, all’improvviso, Yaichi riceve una visita a sorpresa: suo cognato Mike in carne e ossa, venuto in Giappone per conoscere la famiglia del marito.

IL MIO VOTO =
 
La bomba! ^^
Anche se nell’introduzione sostengo che Otōto no Otto appartiene al genere Bara, occorre sottolineare che questa classificazione non è del tutto esatta e che io la uso soltanto in riferimento allo stile dell’autore.
Gengoroh Tagame è un mangaka in attività da diverso tempo, apertamente omosessuale e che disegna storie solamente omoerotiche. Io non lo conoscevo prima di leggere Otōto no Otto, ma a quanto sembra è un maestro del genere. Il suo tratto è molto riconoscibile e completamente ascrivibile al genere Bara: i protagonisti delle sue storie sono sempre uomini grandi, grossi, muscolosi e pelosi, un classico del genere. Io non ne sono un’estimatrice, ne ho lette ben poche di storie di questo tipo e, come dicevo più su, Tagame non lo conoscevo per niente. Ho iniziato a leggere questo manga (in scans) perché, vista la copertina del primo volume, pensavo fosse la storia di una famiglia composta da due papà e una figlia – e io ho sempre avuto un debole per questo tipo di storie.
 
Sì, Yaichi, la questione è proprio
così semplice come sembra
Desideroso di conoscere i luoghi e le persone tra le quali è cresciuto il suo amato Ryoji, Mike piomba nella vita di Yaichi come un fulmine a ciel sereno. La piccola Kana lo accoglie con curiosità e simpatia, com’è tipico dei bambini, anche perché Mike, con la massima naturalezza, le spiega di essere suo zio e lei accetta la cosa senza battere ciglio. Anzi, è molto eccitata alla scoperta di avere uno zio dall’aspetto così esotico. Per Yaichi invece è tutto un altro paio di maniche: da bravo adulto, ha la testa piena di pregiudizi e non sa bene come comportarsi con Mike. Da un lato è un perfetto estraneo, dall’altro è suo parente a tutti gli effetti e non può voltargli le spalle come se niente fosse. Mike si stabilisce così in casa loro e ha inizio una convivenza un po' forzata, ma dalla quale tutti e tre impareranno molte cose.

Otōto no Otto non è un manga yaoi e nemmeno shonen ai almeno finora, e sinceramente spero resti così: è una storia ricca di spunti di riflessione, non soltanto sull’intolleranza e i pregiudizi verso l’omosessualità, purtroppo ancora molto presenti al giorno d'oggi, ma anche verso gli stranieri. È la storia di una famiglia allargata, di come Yaichi e la sua ex moglie cerchino di mantenere un buon rapporto per il bene della loro bambina, ed è la storia soprattutto del percorso che Yaichi compie verso la tolleranza e una maggiore apertura mentale.
Ad esempio, pian piano si rende conto che se da una parte è vero che non reagì male quando il fratello gli confessò di essere gay, è vero anche che non reagì bene: non parlarono mai più della cosa, poi Ryoji partì e persero i contatti. Adesso Ryoji è morto e Yaichi si ritrova a non sapere chi era suo fratello, a non ricordare nemmeno quando è stata l’ultima volta che si sono parlati col cuore in mano. È una cosa che ho trovato molto triste, perché ormai non avrà più la possibilità di riallacciare un rapporto con lui; e chissà quante persone si trovano nella sua stessa situazione. Ma almeno Yaichi ha l’occasione di costruire un rapporto con suo cognato Mike e può cercare di aprire la mente, soprattutto per Kana: ha l’occasione di insegnarle che il mondo è bello proprio perché è vario, che esistono tanti tipi di amori e di famiglie e che non c’è assolutamente nulla di cui avere paura o diffidare. O magari, chissà, sarà lei a insegnarlo a lui.
 

Otōto no Otto è davvero uno dei manga più adorabili e realistici che possa mai capitarvi di leggere. Il tratto di Tagame, pur se piuttosto particolareggiato nella rappresentazione del corpo maschile, è molto piacevole, tenue e curato. Mi piace come disegna Mike in particolare, gli dà proprio l'aspetto di un orsacchiottone coccoloso da spupazzare! Io mi sono innamorata di questo manga e vorrei tanto acquistarlo, ma purtroppo il prezzo per me è abbastanza proibitivo. Non so proprio perché costi così tanto, immagino perché sia considerato più una graphic novel che un semplice manga (la copertina è cartonata e ci sono molte più pagine). Lo trovate qui se potete permettervelo. Qui invece ci sono le scans, se volete dargli un’occhiata preliminare per capire se può piacervi... ma io non ho dubbi che questa storia vi conquisterà.

Commenti

  1. Ho letto le scans disponibili di questa serie e concordo sul fatto che sia molto bella! ^^ Io questo autore lo conoscevo di fama, ma non amando lo stile bara non ho mai approfondito la conoscenza più di tanto XD anche io spero che resti sullo "slice of life" e non vengano inserite relazioni che sarebbero decisamente poco credibili. Penso comunque che continuerà così com'è e questo mi fa piacere :)
    Apprezzo molto il lavoro che sta facendo questo mangaka e anche la maturità e allo stesso tempo semplicità con cui affronta i vari temi trattati. Essendo una serie impegnata a lanciare messaggi ben precisi, a volte mi risulta un po' didascalica, ma mi rendo conto che è necessario se vuole mandare un messaggio nel modo più chiaro e universale possibile ^^

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    Risposte
    1. È veramente un gioiellino questa serie. E credo anch'io che Tagame Sensei non ci deluderà e manterrà la storia su questi toni fino alla fine.
      Penso che proverò a leggere qualcos'altro di suo, anche se le altre storie mi sembrano decisamente più spinte di questa. XD

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